Il primo, ovviamente, è il
barbiere-agente scovato a gennaio. Che, dopo l’intervento dell’inviato
Luca Abete, non ha smesso certo di operare. Anzi, afferma il servizio andato in onda nei giorni scorsi, “la sua pagina (Facebook, ndr) è quanto mai attiva”.
Ma non è certo l’unico caso. Perché “gli abusivi non si contano”, denuncia Abete. E fa l’esempio di un “organizzatore” che opera solo su Facebook e “dialoga con i clienti esclusivamente al telefono”. I viaggi proposti sono i più disparati: solo che, quando Abete contatta il titolare della pagina, quest’ultimo spiega: “Non siamo un’agenzia vera e propria, però siamo online. Non abbiamo sede perché per noi comporta solo spese”.
Terza vicenda, quella di una signora che riceve direttamente “a casa sua in cucina”. Anche qui, la fatidica domanda: “Ma come mai non hai un negozio?”. Risposta: “No, noi abbiamo la sede qua a casa”. E i bus per i viaggi organizzati partono proprio da lì, dal suo indirizzo civico, afferma la signora.
Abusivi e regolari
Ultimo caso: un abusivo che opera direttamente in strada. “Ma non ti conviene farti un’agenzia di viaggi?” gli viene chiesto. E lui ammette: “No, no…”. L’interlocutore lo incalza: “Rispetto a un’agenzia di viaggi tu sei concorrenziale…” e l’altro conferma: “Bravo!”.
Quattro casi di abusivismo, quattro storie di viaggi che vengono sottratti dal business regolare (con relative tutele e garanzie per il consumatore). Infatti, la sconsolata conclusione di Luca Abete (in rima, come suo solito) è: “Per ogni abusivo che si arricchisce c’è un’agenzia di viaggi regolare che fallisce”.
A questo link è possibile rivedere il video del servizio andato in onda su Canale 5.
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